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Testimonianze di soldati dall’operazione Piombo fuso, Gaza 2009


Breaking the silence è un’organizzazione di veterani che hanno servito nell’esercito israeliano durante la Seconda Intifada (dal settembre del 2000) e si sono assunti la responsabilità di raccontare al popolo israeliano le situazioni di routine della vita quotidiana nei Territori Occupati, una realtà che non è presente nei media. Sull’operazione Piombo fuso hanno raccolto una serie di testimonianze in una pubblicazione che si trova qui. Ne ho selezionato dei pezzi, ma andrebbe tradotta integralmente...

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Testimonianze di soldati dall’operazione Piombo fuso, Gaza 2009

Francesca

3 ottobre 2009

Breaking the silence è un’organizzazione di veterani che hanno servito nell’esercito israeliano durante la Seconda Intifada (dal settembre del 2000) e si sono assunti la responsabilità di raccontare al popolo israeliano le situazioni di routine della vita quotidiana nei Territori Occupati, una realtà che non è presente nei media.

Sull’operazione Piombo fuso hanno raccolto una serie di testimonianze in una pubblicazione che si trova qui. Ne ho selezionato dei pezzi, ma andrebbe tradotta integralmente.

Scudi umani 1

Qualche volta l’unità entra mettendo le canne dei fucili sulla spalla di un civile, avanzando nella casa e usandolo come scudo umano. I comandanti hanno detto che queste erano le istruzioni e noi dovevamo farlo…

Scudi umani 2

Erano usati come Johnnies (in un altro punto dell’intervista il testimone ha descritto la procedura Johnny, l’uso di civili palestinesi come scudi umani durante le perquisizioni delle case) e poi rilasciati, e li ritrovavamo in perquisizioni successive.

Fosforo bianco 1

Che cos’era la storia dell’uso di bombe di mortaio al fosforo bianco?

Il comandante della compagnia dà al comandante del plotone che ha il mortaio un obiettivo e gli ordina di fare fuoco.

Che cosa c’era, lo sa?

Un obiettivo. Li definiscono obiettivi. Non so veramente dire cosa fosse. Qualche volta si sentiva alla radio: "Via libera, fosforo nell’aria". Tutto qua. Non mi ricordo se venisse confermato dal comandante della compagnia, ma so anche di un ufficiale che sparò senza chiedere l’autorizzazione.

Perché sparare fosforo?

Perché è divertente. Fantastico.

Professionalmente avete del fosforo da usare contro queste minacce?

Non so a quale scopo sia usato. Ne stavo proprio parlando ieri. Non capisco come queste munizioni siano tra i nostri rifornimenti se poi non dobbiamo usarle. È ridicolo.

Fosforo bianco 2

Poi siamo ritornati a nord, a circa 500 metri dal recinto, e siamo rimasti là di guardia tutta la notte. Non abbiamo visto niente di speciale. Il giorno dopo siamo tornati alla base per prendere nuovi ordini della missione e siamo stati di nuovo assegnati ad un’unità del battaglione *** con cui siamo entrati. Abbiamo camminato con loro sulla spiaggia e abbiamo visto tutte le bombe al fosforo bianco di cui le ho detto, abbiamo visto vetri sulla sabbia.

Può descriverlo? Che cosa ha visto?

Cammini lungo la sabbia e senti questo scricchiolio di qualcosa che viene frantumato. Abbiamo guardato per terra e abbiamo visto delle cose che sembravano frammenti di migliaia di bottiglie di vetro rotte.

Che colore avevano?

Marrone sporco.

Ne ha visto dei resti da altre parti nelle vicinanze?

C’era un’area di circa 200-300 metri quadrati di sabbia vetrosa come quella. Abbiamo capito che veniva dal fosforo bianco ed è stato sconvolgente.

Perché?

Perché durante l’addestramento si impara che il fosforo bianco non si usa, e si impara che non è umano. Si vedono dei film e si vede quello che fa alla gente che ne è colpita, e ti dici "Ecco, è quello che stiamo facendo". Non è quello che mi aspettavo di vedere. Fino a quel momento, avevo pensato di appartenere all’esercito più umano del mondo.

Fosforo bianco 3

Lì è stato senz’altro usato del fosforo bianco, l’ho visto e non ci si può sbagliare, si vedono proprio degli ombrelli infiammati.

Regole di ingaggio 1

Dall’inizio, il comandante della brigata e altri ufficiali ci hanno detto molto chiaramente che ogni movimento imponeva che si sparasse.

Indipendentemente dal tipo di movimento.

Non serve che ti sparino. Basta sospettare che ci sia un movimento, e questo prima di entrare nella nostra area designata. Non mi ricordo se l’abbia detto il comandante di brigata o qualcun altro. Non ne sono sicuro: nessuno dovrebbe essere lì, si spara ad ogni segno di movimento. Queste, essenzialmente, erano le regole di ingaggio. Spara, se vuoi. Se hai paura o se vedi qualcuno, spara.

Anche se non c’è pericolo?

Vuole dire questo, sì. Non si spara solo quando si è minacciati. Si presume di sentirsi costantemente in pericolo, quindi la minaccia è costante e si spara. In realtà nessuno ha detto "sparare comunque" o "sparare a qualsiasi cosa si muova". Ma non ci è stato ordinato di aprire il fuoco solo in caso di minaccia.

Vi sentivate minacciati, entrando?

Sì. Ricevevamo continuamente l’allerta. Il senso di minaccia letteralmente si accumulava in noi. Posso dire questo di noi, eravamo molto spaventati. In realtà non c’era motivo per esserlo, ma ci sentivamo minacciati. Non che sia successo qualcosa che lo giustificasse, ma dall’inizio siamo entrati a Gaza con la paura.

Regole di ingaggio 2

Ha fatto qualche distinzione fra civili e terroristi?

Anche questo è stato detto dopo, non nella stessa conversazione: se si vede qualcosa di sospetto e si spara, meglio colpire un innocente che esitare di colpire un obiettivo nemico. Si usa il proprio giudizio. La prima casa in cui siamo entrati non conteneva un singolo nemico. Abbiamo sparato alle finestre e non c’è stata reazione. Così siamo entrati nel modo in cui generalmente entriamo in una casa a Hebron: entriamo, chiediamo al proprietario di aprire, raduniamo tutti i maschi, li incateniamo, raccogliamo tutta la famiglia in una stanza e iniziamo a perquisire la casa. Questo normalmente in guerra non si fa.

Regole di ingaggio 3

Prosegua e chieda ai soldati quanto spesso hanno incontrato combattenti a Gaza – niente.

Quando siete entrati nella striscia di Gaza non c’era resistenza?

Quasi per niente.

Quali erano le regole di ingaggio? Portavate armi leggere?

Sì. Prima di tutto, ovunque non ci siano le nostre forze, si è esposti al fuoco. Tutto è una minaccia. Non esiste qualcosa come una procedura di arresto dei sospetti. Se individuo un sospetto, se è una minaccia per me, sparo.

Demolizioni

C’era una moschea, e non entrerò in tutti quei resoconti tradizionali sui motivi per cui c’era ancora una moschea, quelli sono per la discussione interna. Ma nel complesso, la maggior parte delle mosche è stata distrutta.

Unità rabbinica

C’erano rabbini dell’esercito che venivano e pregavano e ci davano un sacco di sostegno morale… dentro la zona, i rabbini vengono a parlarti. Un rabbino è stato portato in una casa ed era tutto eccitato per essere stato fuori sul campo con i combattenti e indossava un giubbotto protettivo di ceramica per la prima volta in 30 anni e sedeva con gli uomini a chiacchierare. Avevamo anche dei libretti editi dall’unità rabbinica con dei saggi.

Che cosa contenevano?

Saggi sull’operazione, l’importanza di servire il Popolo di Israele che è stato perseguitato in tutti questi anni e ora è ritornato nel suo Paese e deve combattere per esso. Tutti i noti clichés che mettono questo in relazione all’Olocausto e la difesa di Dio e anche perché è Gaza e il nesso con gli insediamenti evacuati di Katif, e qui stiamo ritornando nella zona di Katif, a Netzarim.

Una scala completamente diversa

Lei ha servito nell’esercito a Gaza per anni, è stata una distruzione in qualche modo simile a quelle che ha conosciuto prima?

No, nel modo più assoluto. Si è trattato di una scala completamente diversa. Questa è stata una potenza di fuoco come non ne ho mai conosciuto. Non posso dire che quando ero a Gaza non si fosse usata l’aviazione. Ma no, la terra non tremava di continuo. Voglio dire, c’erano tutto il tempo esplosioni. Se fossero lontane o vicine, questa è già semantica. Ma la nostra sensazione di fondo era che la terra tremasse costantemente. Si sentivano tutto il giorno esplosioni, la notte era piena di bagliori, un’intensità che non avevo mai provato prima. Molti bulldozer D-9 operavano 24 ore su 24, erano costantemente occupati. Questa è stata una scala di intensità molto diversa da quelle conosciute prima. Molto più grande… Guardi, quando ci sparavano, non vedevamo veramente il nemico con i nostri occhi. D’altra parte, ci sparavano e noi rispondevamo al fuoco verso punti sospetti. Che cos’è un punto sospetto? Significa che decidevi che era sospetto e potevi riversargli addosso tutta la tua rabbia.



:: Article nr. s10613 sent on 14-oct-2009 14:06 ECT

www.uruknet.info?p=s10613

Link: anothereurope.wordpress.com/2009/10/04/testimonianze-di-soldati-dalloperazione-p
   iombo-fuso-gaza-2009/




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